sabato 14 dicembre 2013

Invito al pensiero di Maurice Bellet/13. Maurice Bellet, oggi

Non mi si può leggere se non ascoltandomi. Ciò che viene sulla punta della mia stilografica è il suono e il movimento della voce. Sto dalla parte del racconto e del canto, non della dissertazione e dell’esposizione.
M. BELLET, La lunga veglia

Bellet è un pensatore cui è difficile assegnare un’etichetta (filosofo? teologo?), che è arduo ricondurre a una corrente o a una scuola. In lui convivono opposti inconciliabili (o che possono apparire tali): è prete e psicanalista, ha insegnato presso scuole cattoliche e ha teorizzato la “fine del cristianesimo”, sostiene l’esistenza di una verità assoluta e si definisce “discepolo senza maestro”. Il suo linguaggio è poetico e paradossale; ha scritto nella forma del saggio come in quella del romanzo. Impossibile rinchiuderlo, de-finirlo, afferrarlo. Eppure, a chi ha orecchi, egli si lascia ben intendere. Si può scoprire così che Bellet ha tanto, tanto da dire agli uomini di oggi, che sembrano avere tutto ma ai quali mancano proprio le due cose essenziali, senza le quali non si può vivere (umanamente): la parola e l’ascolto.

In quest’ultimo numero vorrei allora lasciare la parola a Bellet, che ha ispirato la presente rubrica per più di un anno, dal giugno 2008 ad oggi, perché ci illumini una volta di più su alcuni temi fondamentali del suo pensiero e a lui più cari: la Verità, l’economia e, ovviamente, Dio. I brani che seguiranno sono tratti dal sito internet ufficiale in italiano di Maurice Bellet (sezione “Brani scelti”).
Dal brano “Esiste una verità assoluta?”:
Vi è una verità assoluta? La domanda può sembrare desueta o irrilevante. O, se la si prende sul serio, pericolosa. La verità assoluta, è pretesto per ogni intolleranza, è il principio stesso del totalitarismo, a cominciare da quello del pensiero. Tuttavia, alla domanda: vi è una verità assoluta? – io rispondo sì. Provo a spiegarmi.
Primo punto: di che tipo di verità si tratta? Passando spudoratamente al di sopra delle controversie sulla natura della verità, direi che qui si tratta di ciò che s’impone allo spirito, al di fuori di qualunque possibile contestazione; è ciò che non si può non ammettere, che non si può rifiutare, senza per ciò stesso sconfinare nella menzogna o nello smarrimento. [...]
La verità di cui mi arrischio a parlare non è regionale, essa non fa capo a un’assiomatica particolare. Essa è, se così si può dire, assolutamente assoluta. Merita la maiuscola. Si trova sul versante di quei grandi principi o di quelle asserzioni prime che governano tutto, che bisogna riconoscere o accettare, a pena di... di cosa, in realtà? D’essere bruciato come eretico o rinchiuso come folle? C’è da inquietarsi. O da ridere, se si giudicano questi tempi come passati.
Dal brano “Viva il mercato”:
Se vuoi comprare un televisore, possono presentarsi diversi casi.
Se sei molto povero, ebbene, la cosa è semplice: ne farai a meno.
Se sei povero, lo comprerai a credito, pagandolo un 30% in più del suo prezzo.
Se appartieni alla classe media, lo pagherai al prezzo indicato.
Se sei ricco, ci sarà certo qualcuno – tra le tue conoscenze – che potrà fartelo pagare con un 30% di sconto.
Se sei molto ricco, ma veramente molto, il venditore sarà ben lieto di regalartelo.
Dal brano “Parlare di Dio”:
Non ci sono che due scuse per parlare di Dio: il piacere e la necessità. Tutti gli altri motivi sono cattivi, specialmente l’interesse e il dovere.
Cosa? Anche il dovere?
E perché parlare di scuse? Non è forse del tutto naturale che parliamo di Dio, se crediamo in lui?
Se urto qualche sensibilità, tanto peggio: io diffido di questi buoni sentimenti. Essi autorizzano troppo spesso a parlare di Dio con una facilità sospetta.
La sola parola che valga qui, è quella che può essere, per chi la intende, risveglio. E come può essa risvegliare se non viene dal profondo dell’uomo – ciò che egli non può non dire, che zampilla da lui per sovrabbondanza?

Sito internet ufficiale di MAURICE BELLET in italiano all’indirizzo: www.mauricebellet.it.

(«l'Altrapagina», settembre 2009)

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